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Chiave di lettura privilegiata di un territorio pregno di arte, storia e natura e, strumento capace di connettere tradizione e contemporaneità, il Complesso museale di San Francesco è un autentico, prezioso gioiello.
I legami tra arte e storia di Montefalco si intrecciano in questo luogo, a pochi passi dalla piazza centrale
Il ciclo pittorico rappresenta la prima straordinaria testimonianza del raggiunto “status” di maestro indipendente da parte del Gozzoli.
In questo autentico scrigno d’arte gli affreschi si susseguono sulle tre pareti e sulla volta, eseguiti con esuberante ricchezza di colori. La cura nei dettagli stimola la curiosità di chi osserva le Storie della vita di San Francesco, magistralmente raccontate
Gli affreschi della cappella furono commissionati a Benozzo Gozzoli dal notabile montefalchese Girolamo di Ser Giovanni Battista De Filippis per celebrare il proprio nome.
La parete di fondo è occupata in gran parte dal finto polittico d’oro che mantiene ancora i modi tardo medievali, ma che denota già una prima adesione ai canoni del rinascimento nei numerosi effetti illusionistici come la tenda fermata dietro al palo della struttura, le ombre dei pinnacoli e la resa prospettica della costruzione della tavola.
I contemporanei di Pietro Vannucci lo considerarono come il più grande tra i protagonisti di quel rinnovamento dell'arte italiana nel culmine del Rinascimento, la portata delle sue innovazioni e lo straordinario livello qualitativo della sua arte vennero ben compresi, tanto che alla fine del Quattrocento veniva considerato all'unanimità il più grande pittore d'Italia.
ll Crocifisso monumentale è un elemento fondamentale nelle chiese degli Ordini mendicanti. L’iconografia del Crocifisso si basava in modo particolare sulla versione del patiens, con il corpo di Cristo ormai privo di vita, dalla testa reclinata ad occhi chiusi per sottolineare la sua umanità sofferente.
Sul ‘Golgota’ si staglia la mesta figura di San Francesco, inginocchiata o prostrata davanti ai piedi feriti di Cristo, in una sorta di metafora della comunione alla sofferenza di Cristo.
La singolare iconografia della cosiddetta Madonna del Soccorso ebbe una certa diffusione in italia centrale, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, e potrebbe derivare dalla novellistica medievale nella quale si narra di fanciulli dedicati al diavolo in un momento di ira della madre e salvati poi dalla preghiera per intercessione alla Madonna.
Un’altra lettura è quella che la rappresentazione doveva correggere l’abitudine, assai diffusa, dell’eccessivo ritardo nel battezzare i neonati.
Questa luminosa pala d’altare tavola ha una storia particolarissima. I santi raffigurati non sono stati sempre gli stessi. Tutto è avvenuto nel 1491 quando l’opera, realizzata inizialmente per la cappella di Santa Caterina nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma, fu portata a Montefalco nella chiesa di Santa Illuminata.
Le figure di alcuni santi furono trasformate per adattarle alla nuova ubicazione. I recenti restauri mostrano la singolare metamorfosi.
Proveniente dalla chiesa di San Fortunato, l'opera concentra l'attenzione sull'evento della crocifissione attraverso la scultura a tutto tondo del Cristo, che spicca sulla superfice dipinta. La verosimiglianza espressiva viene sottolineata dalla stessa cruda resa dei particolari.
Proveniente dalla chiesa di Santa Maria di Turrita in Montefalco, la tavola inquadra ogni personaggio, in un’architettura in rilievo, in archetti sorretti da colonne.
Nell’arco centrale, di maggiori dimensioni è la Madonna in trono con il bambino, circondata da angeli; sulla sinistra ci sono San Sebastiano e San Fortunato, a destra San Severo e Santa Chiara da Montefalco.
La dedica sulla fascia sotto la trabeazione ricorda che l’opera venne realizzata in occasione della festa della Madonna, celebrata nel mese di Dicembre.
Ottimamente conservate, le cantine, site all’interno del Complesso Museale di San Francesco, sono una mirabile testimonianza di un legame vivo sempre esistito a Montefalco fin dai tempi più antichi, che unisce arte e quotidianità, cultura e società e che proprio in questa splendida struttura ha avuto il suo centro, grazie al ruolo ed alle attività dei frati nel corso dei secoli.
La sezione Archeologica è allestita nella cripta, posta sotto l'Abside della Chiesa di San Francesco. I materiali conservati, databili dal I secolo a.C. al XVI secolo d.C provengono dal territorio di Montefalco ed attestano l'occupazione dell'area già in epoca romana.
I Tessuti artigianali Montefalco sono prodotti che rappresentano l’eccellenza dell’artigianato, realizzati artigianalmente sempre con la tecnica jacquard su tessuto double-face con i telai a navetta, dove a farla da padrone sono le fibre naturali come il cotone, il lino e il misto lino.
Il lavoro di abili artigiani è alla base di questa capacità di trasferire in tessitura, con un’attenzione al dettaglio, gli antichi disegni della tradizione umbra, disegni artistici antichi rientranti in un periodo che va dal 1100 fino al 1500.
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